Credo che
Percezione dell'inverno sia un
romanzo che può essere letto a più livelli, a seconda della maturità e/o consapevolezza del lettore. Ad un primo livello, il lettore potrebbe soffermarsi semplicemente sulla storia dell'amicizia di due bambini, sulle loro avventure, sui loro giochi e le loro emozioni semplici. Da questo punto di vista il romanzo assomiglia molto ad un libro per ragazzi, con espedienti tipici del cosiddetto
realismo magico.
Ma se si legge il romanzo con un'altra lente, con gli occhi della maturità, ci si rende conto dei temi più profondi che esso tocca: la morte, la guerra, il dolore, la lontananza, l'emigrazione, la lotta politica, l'arte, la letteratura.
Si tratta certamente di un
romanzo di formazione. Il mio obiettivo, certamente ambizioso e forse un po' presuntuoso, è stato quello di "formare" non solo i personaggi, ma anche il lettore. Il passaggio dall'infanzia alla maturità coinvolge non solo i protagonisti, ma connota l'esperienza di lettura, poiché delle vicende narrate il lettore può dare una doppia valutazione: quella ingenua e un po' disincantata del fanciullo, e quella drammatica e consapevole dell'adulto.
Ho voluto parlare del
passaggio dall'infanzia alla maturità, l'ho fatto utilizzando la metafora dell'inverno che avanza.
E quando si ha percezione di tutto questo, nulla potrà più essere come prima.